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NEWS.

Il Burkina Faso è uno dei paesi più poveri del mondo, con risorse naturali limitate. Gran parte della sua economia è finanziata da aiuti internazionali. Oltre alle condizioni economiche svantaggiate, vi è, spesso, diffidenza della popolazione nei confronti delle strutture sanitarie, che nasce dal desiderio di scegliere liberamente per sé stessi e per i propri figli come gestire la malattia e il proprio corpo, praticando l'automedicazione a seconda del livello di gravità percepito.

Il paese vive in condizioni di igiene insufficiente, con acqua non sicura e servizi igienici inadeguati, condizioni che concorrono all'aumento della mortalità infantile.

Infatti, su 1000 bambini che nascono sono 102 i bambini che muoiono: la maggior parte per malattie prevenibili o curabili, l'11% di neonati (entro i primi 28 giorni) e l'8% di bambini entro i 5 anni per diarrea, il 45% a causa della malnutrizione.

Secondo l'UNICEF, solo il 38,2% delle madri nel Burkina Faso praticano l’allattamento al seno esclusivo che invece ha un profondo impatto sulla sopravvivenza, salute, nutrizione e sviluppo di un bambino.

 

Il Senegal ha avuto una crescita economica piuttosto soddisfacente negli ultimi anni che, però, beneficia molto poco i senegalesi: quasi il 40% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. I disagi si accentuano nelle zone rurali e più interne del paese, che rispetto a quelle urbane, vivono una condizione di disuguaglianza, con minori possibilità di accesso a sanità e istruzione.

In Senegal il tasso di mortalità infantile è del 41,7 % e in grossa parte la causa delle morti è la malnutrizione, soprattutto per bambini al di sotto dei 5 anni. Questa è più accentuata nelle zone rurali ed è un problema strutturale che dipende molto dall’educazione e le conoscenze delle madri: Il 21% dei bambini le cui madri non hanno istruzione sono malnutriti, rispetto al 15% di bambini le cui madri hanno conseguito l'istruzione secondaria o superiore.

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